Associazione Comunità Nazaret

Intervista al Presidente dell'Associazione

Si è chiusa in questi giorni con un velo di tristezza, con la partenza di Monsignor Giovanni Scanavino verso il Convento degli Agostiniani di Cascia, la complessa vicenda che ha visto, nella Diocesi di Orvieto-Todi, la sostituzione del popolare e amato Padre Giovanni con l'Arcivescovo Monsignor Giovanni Marra, Amministratore Apostolico ad Nutum a cui è stato affidato il compito di lavorare per ristabilire, come è stato detto, “l'unità della chiesa” in attesa che venga nominato un nuovo vescovo.

Al di là delle ombre di cronaca che sono state proiettate, anche attraverso notizie di stampa nazionale, sull'operato settennale di Monsignor Scanavino – ombre relative alla protezione che effettivamente, con spirito caritatevole, ha dato a sacerdoti allontanati da alcuni seminari diversi anni fa – molto dell'altrettanto complessa questione che sembra dividere il clero orvietano risiede, come hanno scritto alcuni giornali nazionali, nel fatto che Padre Giovanni avrebbe concesso l'imprimatur a “un Seminario non riconosciuto parallelo a quello regionale di Assisi” e che lì sarebbero stati accolti anche giovani altrove respinti.

 

Si allude, palesemente, alla fraternità che ha come punto di riferimento la struttura in località Villanova di Orvieto e, per capire meglio, abbiamo intervistato Marsilio Marinelli, Presidente dell'Associazione Comunità Nazareth che svolge la sua funzione di comunità di volontariato nella struttura, e Don Ruggero Iorio, moderatore e responsabile dell'Associazione Opera Santa Maria della Luce, che a Villanova svolge la sua funzione formativa.

 

Entrambi respingono la definizione di “Seminario parallelo”, che definiscono un grosso equivoco, e hanno risposto alle nostre domande cercando di spiegare che si tratta, semplicemente e cristianamente, di una “fraternità” dalle molte e diverse sfaccettature: ha così poco a che fare con un seminario parallelo, ci spiegano, che alcuni dei giovani che vi sono ospitati, se individuano nel loro cammino una vocazione religiosa, si recano a studiare in vari e diversi seminari.

 

“Si è più volte parlato, in questa vicenda, di Seminario alternativo – chiediamo a Marsilio Marinelli – è vero? Cosa è precisamente Villanova?”.

 

“E' molto improprio e del tutto fuorviante – ci risponde – parlare di Seminario alternativo autorizzato dal vescovo Scanavino. Villanova è un luogo che l'Associazione Comunità Nazareth, una comunità di volontari che si propongono un cammino cristiano all'interno della chiesa e al servizio dei poveri, ha avuto in locazione dall'Ater di Terni. Le finalità e le destinazioni della casa sono diverse. Tramite avvisi autorizzati dalla Giunta regionale, alcuni posti letto sono destinati ad anziani autosufficienti, altri 14 posti, invece, a giovani studenti. E' poi in corso la procedura per l'autorizzazione di un centro diurno riservato a malati non gravi colpiti da Alzheimer o da altre demenze senili.

 

“Qual è il rapporto con i 14 giovani ospitati? – chiediamo – è proprio a questo proposito, ci sembra, che nasce l'equivoco del Seminario alternativo”.

 

“Oltre ad essere ospiti a Villanova dell'Associazione Nazareth, i giovani fanno parte dell'Associazione “Santa Maria della Luce” - spiega Don Ruggero Iorio – che è un'associazione pubblica di fedeli riconosciuta e istituita, secondo le regole e i criteri del diritto canonico, con decreto vescovile nel 2008, dunque ancora prima che fosse aperta la casa di Villanova. Questa associazione, che ha sede legale presso il Santuario di Santa Maria della Luce a Collelungo di San Venanzo, è una comunità religiosa che ha come fine la vita fraterna, l'evangelizzazione, il servizio sociale ai poveri. I giovani ospitati nella struttura di Villanova vivono lo spirito di fraternità  coordinati da una équipe di sacerdoti e religiosi, secondo un progetto educativo che prevede la formazione alla vita religiosa e all'evangelizzazione, e quindi al servizio verso categorie svantaggiate presenti nel territorio, oppure con possibilità di impegno nelle missioni che l'associazione ha creato in Brasile e in Messico”.

 

“Ma questo cammino di cui stiamo parlando conduce al sacerdozio?”, chiediamo per capire meglio.

 

“Questo cammino, lo ribadiamo – continua a spiegare Don Ruggero Iorio – ha come primo scopo quello di formare alla vita religiosa approdando ai consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza, quindi quello di costituire la vita comunitaria e una matura fraternità con lo scopo di servire la chiesa e la società, recando il lieto annuncio del Vangelo e servendo i poveri là dove l'associazione verrà chiamata. Con il tempo e con il cammino formativo, secondo le disposizioni canoniche chi desidera approdare al diaconato e al sacerdozio potrà conseguirlo una volta che le autorità ecclesiastiche lo avranno autorizzato. A questo fine, gli eventuali candidati al sacerdozio dovranno completare il loro cammino in un Seminario riconosciuto”.

 

“Qual è la differenza, allora, tra questa comunità religiosa e il sacerdozio?”

 

“Che, oltre ad essere sacerdoti come altri, siamo religiosi con alcune regole specifiche. In quanto sacerdoti siamo anche parroci. L'associazione Santa Maria della Luce ha tre fraternità: quella originaria di San Venanzo, quella di Villanova e una in Brasile. Non è affatto il covo di un seminario non riconosciuto, ma un'associazione pubblica di fedeli, che si occupa della formazione di alcuni giovani e dell'assistenza a bambini e anziani. Ripeto, chi deve diventare sacerdote deve completare il percorso formativo in un Seminario.”

 

“Per chi desidera avvicinarsi al sacerdozio, come avviene la scelta di un Seminario?”

 

“Il candidato che sceglie di abbracciare il sacerdozio sarà orientato dalla équipe formativa e dai responsabili della comunità, in piena armonia con il vescovo del luogo, in un Seminario maggiore teologico, dove condurrà un cammino specifico secondo le normative canoniche, in linea con le sue attitudini e le specificità del suo cammino vocazionale”.

 

“E qual è l'apporto dei laici?”.

 

“Come Nazareth alcuni svolgono azione di volontariato sotto vari aspetti, dall'insegnamento sussidiario e riconosciuto a chi lavora nei servizi della struttura di Villanova, o con altre forme di aiuto e assistenza. A Villanova si è creato uno straordinario clima di condivisione con la comunità di Sugano, che oltre a svolgere volontariato sostiene in vario modo i giovani ospiti e l'intera struttura. I giovani, poi, sono accolti in diverse parrocchie – San Giovenale, Bolsena, Sferracavallo, Sugano, Morrano, San Venanzo, Ammeto di Marsciano – per svolgere il servizio domenicale e aiutare i catechisti.”

 

“Ma allora perché la vostra struttura ha finito per creare problemi e sembra essere uno dei motivi centrali delle decisioni che sono state prese sul vescovo?”.

 

Probabilmente perché non si conosce bene cosa vi si fa. Il vescovo Scanavino – conclude Don Ruggero Iorio - ha sempre accolto i giovani che hanno incontrato difficoltà e che hanno espresso il desiderio di continuare il cammino verso il sacerdozio. E noi, come comunità sacerdotale, abbiamo accolto i giovani che ci ha affidato come, fin dall'83 all'epoca del vescovo Grandoni, abbiamo sempre accolto altri giovani: con l'intenzione di orientarli, alcuni al lavoro, altri al sacerdozio. Speriamo che questi fraintendimenti siano frutto solo della mancanza di conoscenza del nostro lavoro e del nostro impegno, e non di altro. Troppo è stato detto negli ultimi tempi e anche a sproposito, ci auguriamo che prevalgano il buon senso e lo spirito di carità cristiana a cui molto ci si appella”.