Associazione Comunità Nazaret

ā€œRIVOLGERSI A SE STESSOā€ - Lettera 265

4 aprile 2018

RIVOLGERSI A SE STESSO”

Cari Nazareth,

mi sono fatto attrarre nuovamente da Marco Aurelio, il grande imperatore romano, filosofo e stratega. Altre volte lo abbiamo citato. Trovo interessante i suoi Pensieri o “Colloqui con se stesso” in quanto lui (Marco Aurelio), trattando questo argomento, presuppone, da vero stoico, l’assenza di un interlocutore esterno. Ossia lui diviene soggetto e oggetto di un’idea, di un comportamento. Nessuno di noi è in grado di essere così pronto a parlare al proprio “io”.

Dovremmo imparare a farlo.

Marco Aurelio arriva a dire questo: “Alcuni cercano per se stessi dei ritiri in campagna, al mare, sui monti - e tu stesso desideri moltissimo questo genere di cose - , ma si tratta di una cosa del tutto stolta, perché ti è possibile, in qualsiasi momento tu lo voglia, trovare un ritiro in te stesso. Non vi è luogo più sicuro di ritirarsi che nella propria anima.

Credo sia il caso di prendere in esame un tale insegnamento che ci viene dato attraverso un uomo, non cristiano, ma che ha tanta sapienza da vendere. Bisogna, però, al tempo stesso, completare un tale pensiero con la bellezza pasquale che stiamo vivendo in questi giorni. Vi consiglio di non perdervi il Vangelo del giorno in questo prezioso Tempo di Pasqua. Si, perché commettiamo un errore quando pensiamo che “Pasqua è appena passata…”. No, invece. Pasqua è il nostro presente, Pasqua è ogni momento, dato che Cristo è Risorto ed è vivo tra noi, in mezzo a noi.

Bene. Torniamo a questo “colloquio con se stessi”. Volevo aggiungere qualcosa altro.

Il sapiente rivolgersi a se stessi senza nessun interlocutore, in realtà, è frutto di una sapienza e di una sapienza allenata a saper stare con se stessi. Dunque come poter raggiungere un tale equilibrio? Personalmente, non ho nessun metodo da proporre, piuttosto sto cercando di provocarmi affinché possa vivere meglio il mio quotidiano e allinearlo alla gioia e alla luce pasquale. Dovremmo veramente smetterla di relegare le Feste Cristiane a momenti: ottavari, novene, cerimonie … etc e abbracciare con cuore sincero un libero respiro. Quel libero respiro che parte da un Sepolcro vuoto che ha inaugurato i Nuovi Tempi. Al contrario continueremo a vivere dietro al riscatto dell’agnello pasquale dei fratelli Ebrei. In una bellissima lettura di Giovanni Crisostomo troviamo scritta questa domanda rivolta - idealmente - a Mosè: “..mi sai dire caro Mosè come fa il sangue di un povero agnellino a salvarci la vita? “. Un chiaro riferimento al Sangue di Cristo versato sul Nuovo Monte che non è solo il Monte Sinai, ma il Monte della Salvezza: il Calvario. Gesù di Nazareth è il Maestro che sa RIVOLGERSI A SE STESSO. Pensiamo ai suoi ritiri nel deserto (cfr Matteo 4,1 ss). Cosa cercava il Figlio di Dio? Quale risposta mai avrà ottenuto in quel assurdo e poderoso silenzio delle dune dei deserti della Giudea? Gesù trova e ritrova Se stesso nel palpito profondo di domande e risposte che puntualmente lo hanno accompagnato fin sull’Albero della Croce. La Sua è la Volontà del Padre, ma è frutto di una Scelta chiara e irrinunciabile.

Ecco allora che il rivolgersi a se stessi deve portarci al “dipende anche da noi”. Attraverso un “Si” che non è semplicemente un piegare la testa, ma una vera condotta di vita come scelta

preliminare, prima delle continue scelte di ogni giorno. Da soli non ci riusciremo mai. E’ possibile, invece, con un illuminato rivolgersi a se stessi.

La cosiddetta felicità che il mondo cerca disperatamente non può essere legata a condizioni create artificialmente come strumenti da proporre al miglior offerente; credo a questo punto che forse potrà essere interpretata solo con la Novità di Vita di Gesù di Nazareth il quale ha ricreato l’uomo dal di dentro, ma soprattutto ha distrutto la scelta sbagliata di rivolgersi a se stessi con troppi interlocutori , mercanti della vita, che propongono e comprano il cuore con le loro dicerie.

Prossimo incontro: martedì 1 maggio ore 16,00 alla Casa Vincenziana di San Venanzo: adorazione eucaristica e incontro comunitario.

 

Pasqua di Luce a tutti

 

don Ruggero

 

Lettera 265 (pdf)