Associazione Comunità Nazaret

"Amare ... ma con misura" - Lettera 257

26 giugno 2017

“Amare … ma con misura”

Cari Nazareth

questa si che può essere una buona proposta per i prossimi giorni di luglio.

Sono andato a leggermi un brano di Tucidite, storico greco vissuto quattro secoli prima della venuta di Gesù Cristo. Nel discorso che fa Pericle per i caduti ateniesi nella Guerra del Peloponneso, Tucidite scrive: “Noi amiamo il bello, ma con misura; amiamo la cultura dello spirito, ma senza mollezza. Usiamo la ricchezza... non per vanto. Il discorso continua, ma bastano queste poche parole per carpire un insegnamento profondo. Ciò che colpisce è “quella giusta misura” che fa di un uomo, di una donna, persona di equilibrio quando comprende la giusta misura, cosa molto rara e complessa da raggiungere, anche dopo una lunga vita vissuta nella tensione di imparare.

Amare con misura...e ancor più, amare la cultura dello spirito senza mollezza.

“Sante” parole? Di più!

Potrebbe significare l’uscita da schematiche scuole di moralismo e di autosufficienti atteggiamenti che impediscono al cuore e alla mente di crescere per apprendere l’arte del vivere. Prima di ricevere la gioia dell’Annunzio Evangelico credo sia necessario rettificare il metodo che usiamo nello stile di vita che abbiamo. Non può esserci scollamento tra adesione al Vangelo e modalità di affrontare gli aspetti dell’esistenza quotidiana.

Può capitare di rimanere statici su alcune posizioni acquisite. Convalidate dall’esperienza e confermate dai risultati raggiunti e sentirci oramai specialisti del caso.

Al contrario il mettersi in discussione è cosa da esperti in umanità. Attenzione all’essere che è in noi. E senza riserve puntare ad allenarsi a trovare la giusta misura. Amare il bello (quindi il buono) ma con la giusta misura. Con i sentimenti adeguati. Senza investire in ciò che non potrà mai essere raggiunto.

Forte l’espressione di Tucidite: amore per la cultura dello spirito, ma senza mollezza. Cioè, penso, desiderare di maturare spiritualmente senza interruzioni di sorta. Con serietà, impegno, senza fare prevalere le emozioni del momento che portano al largo il cuore e poi lo abbandonano su una zattera in mezzo alle onde.

Che sapienza quella di Tucidite a descrivere le attitudini del popolo di Atene che ricorda i propri eroi, ma non come semplice compianto, ma bensì come autentica valutazione dello spirito.

Credo che quel senza mollezza sta per ricerca di se stessi tra le pieghe degli inganni del modo di pensare del mondo. Del modo di fare della moltitudine ... dal “tanto tutti fanno così”.

Amare senza mollezza la cultura dello spirito porta a raggiungere frontiere nuove. Impensate. Con il rischio di chi si mette in viaggio avendo nel cuore l’obiettivo da raggiungere e per il quale si vogliono investire forza e mezzi a disposizione.

Quando Tucidite parla così rendendo omaggio agli eroi di Atene, la città è nel pieno vigore, al vertice della sua potenza. Lui vuole trasmettere ai cittadini che è bene individuare il posto, il modo di vivere. Forgiare i cuori di altri giovani che dovranno essere chiamati a combattere e quindi a tirar fuori una nuova disposizione della volontà di essere forti, senza farsi incantare dalle sirene della mollezza. Raggiungere un carattere e un temperamento inossidabile.

Quando avremo nuovi formatori delle nuove generazioni con una tale presa e con un fascino così determinato?

Gesù di Nazareth dirà “Siate forti (fatevi coraggio) io ho vinto il mondo” (Giovanni 16, 29-33).

Gesù dirà questo ai discepoli alla vigilia della sua passione quando dovrà dare forza alla debolezza dei discepoli. Sentirà nel cuore di far capire ai suoi che amare lo Spirito è amare senza mollezza.

Il prossimo incontro sarà domenica 30 luglio a Ospedaletto. Dopo la preghiera faremo un bilancio del nostro cammino e lo condivideremo.

Un abbraccio fraterno

don ruggero

 

Lettera 257 (pdf)