Associazione Comunità Nazaret

"IL PROMONTORIO" - Lettera 245

28 giugno 2016

"IL PROMONTORIO"

Cari Nazareth,

Sii come il promontorio su cui si infrangono le onde del mare...”

Mi piace partire questa volta dai Pensieri di Marco Aurelio, l’imperatore filosofo (121-180 d C). La sua opera passa alla storia col titolo di Pensieri, ma in realtà sono colloqui con sé stesso. Una sorta di riflessione sul proprio essere e sulla realtà che circonda l’uomo, condizionato e – a volte – portato lontano dalla sua stessa natura di essere vivente destinato alla relazione col mondo.

Veramente affascinante quest’uomo. La Verità, quella vera, s’incontra dove esiste il Pensiero puro e incondizionato. Ascoltate anche quest’altra affermazione di Marco Aurelio:

(quando vivi un contrasto)...volgi lo sguardo altrove, dall’altra parte, lontano, specialmente da coloro che applaudono facilmente”. Che ne dite?

Marco Aurelio è un uomo che vive nel tempo in cui il Vangelo era ormai entrato nel tessuto sociale e stava dando i segni chiari di una rinascita nello spirito e nell’agire degli uomini nuovi. Definito neoplatonico, Marco Aurelio, è comunque un uomo che s’interroga e di questi suoi “colloqui intimi” vuole farne partecipi coloro che s’interrogano. Cose non adatte affatto ai superficiali e ai mediocri. La tiepidezza dell’anima è una grave disabilità da cui è difficile guarire.

Grande nemica dell’umanità è poi la mediocrità. E’ preferibile vivere il male per poi ricredersi, che scegliere per sempre il limbo della banalità. Ma certo. Così si potrà fare così l’esperienza della Vita Maestra e, per il credente, la magnanimità della Misericordia Dei.

Torniamo, per un po’ al nostro promontorio. Sii, dunque, come il promontorio su cui si infrangono le onde del mare... Potremmo continuare, dicendo : - e nonostante l’insistenza delle onde, rimanere al tuo posto. Immobile. Perniciosamente testando a vivere l’affronto della marea. - Quante onde. Quante tempeste. A quante forze-contro siamo esposti ogni giorno, ogni istante e guardarle negli occhi. Il Vangelo di Cristo è così forte, così potente perché disposto a combattere con coraggio le avversità del male e del Maligno che vuole farsi strada nelle fessure delle nostre paure. “Abbiate fiducia, Io ho vinto il mondo” (cfr Giovanni 16,33). Dirà Paolo “Ho combattuto la battaglia, ho conservato la fede” (cfr 2 Timoteo 4,6).

Certo Marco Aurelio avulso da tale bellezza ne ha comunque goduto gli effetti quando il suo cuore ha avvertito l’esigenza di aprirsi all’avventura della vita e affrontarla con sapienza e intelligenza strategica. Guai a quell’uomo che si fa vincere dalla sua debolezza.

Il nostro promontorio affronti le onde del giorno. Riceva pure la forza e la violenza della mareggiata, rimanga al suo posto sempre pronto a ricevere la catena delle forze-contro.

Deve pur questa fede difenderci dall’assalti dei contrasti. Ricordiamo di volgere lo sguardo altrove quando sembriamo sopraffatti e...mai.. e poi mai, verso coloro che applaudono con facilità.

I fratelli e le sorelle nazareth sono chiamati, in quanto cristiani, a vincere il male con il bene. Sono attratti dal desiderio di trasmettere questa grande verità al mondo che li circonda.

Il prossimo incontro lo vivremo a Ospedaletto, essendo tempo estivo, approfitteremo del fresco del Monte Peglia. Ci rivedremo domenica 31 luglio alle ore 16,00 in Chiesa con l’Adorazione Eucaristica cantata e meditata. Continueremo l’incontro con la testimonianza missionaria dei fratelli e delle sorelle dell’Opera S.Maria della Luce e della Comunità Nazareth. Termineremo con una merenda fraterna.

Giunga a tutti un fraterno abbraccio

don ruggero

Lettera 245 (pdf)